domenica 27 marzo 2022

Tu Leggi? Io scelgo! : La piccola libreria di New York


Salve lettorƏ, questo mese ho deciso di partecipare per la prima volta ad un'altra rubrica molto interessante ovvero: "Tu leggi? Io scelgo!", ideata da Chiara del blog, La lettrice sulle nuvole, e Rosaria del blog, Niente di personale.
In pratica ogni mese veniamo assegnate ad un blog diverso attraverso un sorteggio. Non bisogna fare altro che andare sul blog a cui siamo state assegnate e scegliere un libro da leggere e recensire. Io questo mese dovevo scegliere un libro da Floriana, del blog La Biblioteca del Librario , e mi sono messa in gioco con "La piccola libreria di New York" di Miranda Dickinson.


Titolo: La piccola libreria di New York
Autore: Miranda Dickinson
Casa editrice: Newton Compton Editori
Pag.: 382
Trama: Bea e Jake dopo una grossa delusione d’amore decidono di ricominciare da se stessi, chiudendo le porte del loro cuore. Ma il destino e la Grande Mela hanno in serbo altri piani per loro.

Prima di scegliere effettivamente un titolo da recensire questo mese, ho girato un po’ il blog di Floriana, ma avevo in mente sempre questo titolo. E quindi incuriosita da questa “chiamata”, ho deciso di prenderlo e leggerlo.
Devo ammettere che però non sono riuscita ad apprezzarlo.

Lo stile dell’autrice non è affatto male, si lascia leggere volentieri, ma la storia sembra un po’ surreale e soprattutto correlata di episodi futili o comunque secondari.

La caratterizzazione dei protagonisti, infatti, secondo me non è perfettamente riuscita, poichè i comportamenti e i pensieri di Bea e Jake non sembrano sempre in linea con la loro età, rendendo spesso ciò strano e ridicolo.

Il tour che l’autrice ci fa fare di New York è molto interessante: non essendoci mai stata, mi sono divertita a ricerca i luoghi descritti e non l’ho trovato eccessivamente didascalico. Come ho apprezzato le parti che si svolgevano in libreria.

«In motocicletta per sempre di Sid “Wolfman” Wolkevic era il primo libro Ai tempi era stato il motivo della loro prima litigata nella Hudson River Books, dato che entrambi sostenevano di non averlo mai ordinato. Da allora quel libro compariva di tanto in tanto su una mensola diversa da qualche parte nella libreria, e alla fine era diventato una sorta di feticcio. [..]
«Non vuoi che se ne vada, eh?». Russ sorrise, perché conosceva bene la risposta. Bea abbracciò il libro. Inutile negarlo. «Ormai è un membro della famiglia. Non so come mi sentirei se qualcuno cercasse di comprarlo». [..]
Bea sapeva che la sua era una reazione emotiva, ma In motocicletta per sempre era diventato ormai parte della libreria, come i muri di mattoni a vista, i pavimenti di quercia consunti e le lampade di acciaio satinato agli alti soffitti. La presenza costante e perpetua di quel libro nel magazzino era stranamente confortante. »


La cosa che effettivamente mi ha maggiormente disturbata è che molti capitoli, a mio avviso, siano stati inutili. Più che un conoscere meglio i protagonisti, mi sono sembrati un po’ ripetitivi (perchè appunto sottolineavano sempre gli stessi aspetti dei personaggi) e quindi un modo per allungare (inutilmente) il brodo. Anche il primo incontro di Bea e Jake avviene secondo me troppo tardi e la loro storia si sviluppa con eccessiva lentezza con un risvolto che arriva quasi alla fine.

«Bea fece un respiro profondo. Il rassicurante profumo della carta, dell’inchiostro e della cera per mobili le riempì i polmoni. Per lei era l’odore più bello del mondo, l’aroma allettante di una libreria. Il suo sogno era sempre stato quello di possederne una. Per tutta la vita aveva amato i libri. Libri veri, non quelli elettronici. Libri che potevi metterti in borsa e leggere sulla metro. Libri che potevi far finta di consultare in una caffè del tuo quartiere mentre in realtà ti guardavi intorno. Libri in cui potevi tuffarti, accoccolarti e perderti. Libri con cui potevi riempire il tuo appartamento: infilati nelle mensole, sotto i tavoli, pile rassicuranti sul comodino. Se usciva di casa senza un libro, Bea si sentiva nuda, priva di qualcosa. In definitiva, lavorare in libreria voleva dire trovare sempre nuovi amici da portare a casa. Amici che non la deludevano mai. Amici di cui poteva fidarsi. »

Nel complesso quindi vi dico che è un romanzo da prendere con le pinze: io personalmente non l’ho amato, ma non mi sento di sconsigliarlo, perchè credo che comunque sia scritto bene e che dagli amanti del genere, anche se non totalmente, possa essere apprezzato.

10 commenti:

  1. Un primo esperimento con la rubrica non troppo riuscito, andrà meglio la prossima volta. Sicuramente, visti i nostri gusti abbastanza similari eviterò di leggere questo libro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, ma non mi scoraggio, anzi! Mi diverto sempre a mettermi in gioco. =D

      Elimina
  2. dalle tue parole non è il libro adatto a me, mi dispiace che il tuo battesimo non sia stato ottimale, ti rifarai vedrai!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne sono certa! Non vedo l'ora di leggere il libro scelto per il mese di Aprile <3

      Elimina
  3. Non conosco l'autrice, peccato sia stata una lettura così e così, non credo che lo segnerò.

    RispondiElimina
  4. Non un buon inizio, ma vedrai che scoprirai altri autori più nelle tue corde! Benvenuta nella nostra rubrica

    RispondiElimina
  5. Non è un bell' inizio, ma ti rifarai al prossimo giro!

    RispondiElimina
  6. io devo ammettere che non è un titolo che mi attrae. lo vedo ovunque ma sono restia a leggerlo

    RispondiElimina
  7. Leggendo la tua recensione mi sono ritrovata in alcuni punti, come la lunghezza che poteva essere evitata, invece, per quanto riguarda la caratterizzazione ho visto i personaggi agli antipodi. Spero che la prossima volta andrà meglio

    RispondiElimina
  8. Che peccato! Potevano esserci dei lati positivi ma sono stati giocati male si vede…

    RispondiElimina

Review Party - Tutto troppo complicato

Grazie alla  Newton Compton Editori  oggi partecipo al  Review Party  dedicato al libro “Tutto troppo complicato” di Anna Premoli. Ho avuto,...