martedì 11 ottobre 2022

Recensione de "L'angelo custode" di Leo Giorda

Titolo: L’angelo custode
Autore: Leo Giorda
Pag: 272
Casa Editrice: Ponte alle Grazie
Trama: Roma, quartiere San Lorenzo: un corpo viene ritrovato tra i rifiuti. L’indagine viene subito affidata al vicequestore Chiesa che però si vedrà affiancato ad un investigatore privato. Si tratta di Woodstock che ha il dono di risolvere casi, facendo uso di droghe. Viene infatti definito uno “Sherlock Holmes tossico”.

Uno Sherlock Holmes tossico, ecco che cos’è Woodstock, il vero protagonista del libro che con l’uso delle droghe analizzerà il caso da tutti i punti di vista e aiuterà Gatto, un musicista fallito sospettato di omicidio, a scagionarsi.

«Sembra un normalissimo tipo da centri sociali, capello lungo, codino, felpona, pantaloni larghi. Ma quando Woodstock si fa una canna gli si attivano delle parti speciali del cervello. Riesce a vedere cose che gli altri non vedono. Sarebbe in grado in due secondi di intuire che suoni il pianoforte da un particolare callo sul pollice, oppure che hai un gatto da un pelo che ti è rimasto sui pantaloni. E saprebbe dirti anche di che razza è.»

Al polo opposto abbiamo il vicequestore Chiesa che intuisce subito il potenziale del “supereroe di borgata Woodstock” e per questo ad un certo punto deciderà di affiancarlo nella folle impresa.
E per quanto possa suonare strano l’antinomia Chiesa/Woodstock funziona davvero bene: sono assurdi, irriverenti e paradossali!

 «"Un.. John Doe, vicequestore... è un termine che si usa quando non si conosce l'ident.."
"Lo so che cazzo significa Montaldo!" Rosso in viso dalla rabbia, Chiesa si era alzato di scatto con i pugni piantati sulla scrivania. "Guarda fuori dalla finestra. Ti sembra Miami? No? E allo smetti di ripetere le cazzate che senti in tv. Imbecille.»

La storia oscilla tra la drammaticità del caso e l’ironia di Woodstock: l’equilibrio è sorprendente e il risultato è una dark comedy perfetta.
Ho trovato il caso molto coinvolgente, l'ambientazione ben descritta e lo stile dell’autore davvero scorrevole tanto da aver divorato il libro in due giorni.

 «"E appunto. Contro la malinconia ci sta na cura sola".
"La droga. Gli psicofarmaci. Il suicidio."
"Gli anelletti!"»

Dulcis in fundo: il colpo di scena finale che è la ciliegina sulla torta che spiazza e completa il quadro.
L'ultimo capitolo poi fa sperare ad un ritorno della coppia Woodstock/Chiesa.
Possiamo contarci?!

Nessun commento:

Posta un commento

Review Party - Tutto troppo complicato

Grazie alla  Newton Compton Editori  oggi partecipo al  Review Party  dedicato al libro “Tutto troppo complicato” di Anna Premoli. Ho avuto,...